L’arte di “piegarsi” senza spezzarsi

L’arte di “piegarsi” senza spezzarsi

All’interno del TEATRO RAGAZZI, teatrop sperimenta un’ARTE molto affascinante. È soprattutto un pretesto positivo per i bambini, grazie al quale sono accompagnati ad un’analisi strutturale delle cose del mondo. L’arte in questione è quella di piegare la carta e darle vita-forma; nel mondo è conosciuta col nome di ORIGAMI. La particolarità di questa pratica creativa è quella di dare una piega alla carta senza altri strumenti che non siano le mani e le dita, fino a diventare delle piccole fabbricazioni che riproducono la vita animale. Molto simile e suggestivo è invece il KIRIGAMI, che si avvale di uno strumento in più, una bacchetta magica speciale: le forbici. Con il KIRIGAMI si possono creare delle vere e proprie costruzioni di media grandezza; e con essa si possono rappresentare oggetti artificiali e naturali.

teatrop propone quest’arte orientale e la miscela al racconto teatrale. Con lo SPETTACOLO-LABORATORIO: IL CARTASTORIE. Il risultato che si attende è una dicotomia tra l’assistere all’opera e all’imparare. A qualunque età le storie, e la concentrazione del nostro cantastorie, nel riprodurre i personaggi e le atmosfere della narrazione, aumentano il grado d’attenzione del pubblico, la qualità dell’ascolto e l’APPRENDIMENTO di un’arte discreta nonché efficace. Questa modalità di spettacolo, legato all’indagine pedagogica e didattica, comporta, perciò, una trasmissione di tematiche quasi o del tutto senza distorsioni e falsificazioni dei messaggi.

Una leggenda sugli Origami in Giappone racconta che per far diventare realtà un desiderio è necessario creare 1000 GRU di ORIGAMI. Per guarire da un male incurabile una bambina, di nome Sadako, decise di tentare questa ardua impresa. Sopravvissuta alla bomba atomica di HIROSHIMA, non riuscì ad evitare le conseguenze nocive di quel duro attacco, del 6 Agosto 1945. Una sua amica le suggerì di tentare la sorte, e le regalò una Gru fatta da lei. Con cartacce di medicinali o altra carta trovata per caso e destinata al macero, Sadako riuscì a farne 644.Poi purtroppo la malattia la vinse amaramente. Ma la sua costanza e volontà di vivere divenne un esempio per la comunità, e i suoi amici più cari continuarono a costruire le Gru mancanti, completando la sua opera. Addirittura la sua storia divenne così bella e commovente che la comunità della città di Hiroshima le dedicò un monumento, ed ancora oggi, da tutto il mondo, c’è chi manda una Gru in origami; in ricordo di questa sua originale lotta, vissuta con le sole armi dell’arte.

Vi abbiamo raccontato questa storia per mostrare com’è profondo il legame tra una comunità, la vita e l’arte di sorprendersi e “piegarsi”, senza spezzarsi.

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